TITOLO: Starcrash - Scontri stellari oltre la terza dimensione
ANNO: 1979
GENERE: Fantascienza
REGIA: Luigi Cozzi
CAST: Caroline Munro, Marjoe Gortner, David Hasselhoff, Cristopher Plummer, Joe Spinell, Robert Tessier, Hamilton Camp (recita tutto il film con una maschera da robot).


RECENSIONE:
Mah. E dire che nei titoli di testa la cui grafica è strascopiazzata volutamente dalla saga di Star Wars, la visione del nome dell'immenso regista Luigi Cozzi tradotto in Lewis Coates mi aveva trasmesso grandi aspettative: purtroppo Starcrash non è stato così demenziale come mi aspettavo.Trama: in un futuro e in una galassia indefinita, l'Imperatore dell'Universo organizza una spedizione per catturare il malvagio e ribelle conte Zartharn confidando su gli unici due guerrieri che possono portare a termine l'operazione: Stella Star (nome originalissimo, strano che il compare non si chiamasse Sole Sun o qualcosa del genere) e Akton, coadiuvati dal robot Elle e dal poliziotto spaziale Thor. I nostri eroi raggiungono la dimora di Zartharn dopo essere scampati al tradimento di Thor, ai pericoli del pianeta delle amazzoni, la cui regina è niente meno che Nadia Cassini (la cui apparizione dura sì e no due minuti, ma bastano), e dell'asteroide ghiacciato, in cui invece spunta la visione leggermente meno avvenente di Salvatore Baccaro. Dopo peripezie varie, Stella Star raggiunge il conte e libera il figlio dell'Imperatore Simon (è l'onnipresente David Hasselhoff), che Zartharn aveva rapito.
In teoria dovrebbe trattarsi di una parodia di Guerre Stellari, ma oltre alla grafica sopra citata e alla cornice spaziale compresa di astronavi e spade laser, la storia di Stella Star è totalmente differente dall'opera di George Lucas, quindi meglio mantenersi saldi sulla mera ispirazione che sicuramente Cozzi ha avuto dopo il successo di questa nota saga americana.
Purtroppo non posso dare un giudizio del tutto completo in quanto mi sono perso il 75% dei dialoghi per guardare l'avvenente costumino della protagonista Caroline Munro, che passa gran parte della pellicola con metà degli abiti del resto della ciurma e che a quei tempi era veramente un bel vedere.
Battute a parte, mi è stato abbastanza difficile seguirlo tutto perché non sono, a differenza degli altri due miei spocchiosi colleghi, un grande amante dei film di fantascienza, ma una nota di merito va senza dubbio agli effetti speciali, davanti ai quali difficilmente si trattengono le risate (tra i quali i poteri di Akton dei quali non si sa assolutamente nulla, ce li ha e basta): memorabile la scena del guardiano gigante delle amazzoni, un orribile pupazzone metallico che grazie alla tecnica della stop-motion si muove a scatti più di un personaggio dei primi videogiochi Atari. C'è comunque da considerare che questa pellicola è stata realizzata verso la fine degli anni '70 e soprattutto ha sbancato negli Stati Uniti, quindi diciamo che dato il misero budget da B-movie uno sforzo fantascientifico per tenersi fuori dal cestino della spazzatura è stato fatto, pur con un risultato a tratti (non intenzionalmente, credo) comico.
Nessun commento:
Posta un commento